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A scuola non si respira più: Margherita Politi racconta la scuola pre e post Covid

 

A scuola non si respira più: Margherita Politi racconta la scuola pre e post Covid

L’autrice ospite della quarta puntata di Classic Drive Art

A scuola non si respira più: un titolo e, prima ancora, una constatazione che Margherita Politi ha voluto mettere nero su bianco nel marzo del 2020. Ancora non poteva sapere che, di lì a poche settimane, la sua si sarebbe rivelata una vera e propria premonizione. La “fame d’aria” innescata dal Covid è diventata una realtà, e anche la scuola – come tutti – ne ha pagato il prezzo. 

A mesi di distanza, Margherita Politi ha scelto di presentare il suo libro a Classic Drive Art. «A scuola non si respira più è un titolo, in effetti, un po’ inquietante in questo momento storico» ammette. «Non avrei mai pensato che poi non si respirasse veramente più». 

Insegnante, madre e istruttrice di yoga, infatti, Margherita Politi sa bene quanto sia fondamentale saper respirare. «La nostra vita dipende dal nostro respiro» spiega. «Dire che “a scuola non si respira più”, perciò, vuol dire denunciare che il sistema dell’istruzione italiana è veramente decaduto rispetto agli scorsi decenni».

Certo, in un mondo veloce, globalizzato e frenetico come quello di oggi, sedere a un banco scolastico è difficile tanto quanto stare dietro a una cattedra. Ma è proprio la scuola il punto nevralgico su cui si deve intervenire per garantire un futuro meno complesso. La pandemia mondiale non ha fatto altro che sottolinearlo: l’istruzione non deve e non può essere sacrificata. 

Quello di Margherita Politi, dunque, è un appello rivolto agli insegnati, ai genitori e agli stessi ragazzi. Analizzando il sistema dell’istruzione italiana, soprattutto alla luce della situazione post-Covid, A scuola non si respira più è il tentativo di risvegliare le coscienze e ridare alla scuola la centralità che le spetta. 

L’invito rivolto al corpo insegnati è semplice: occorre respirare… a scuola. Dare nuovo ossigeno alle metodologie didattiche, crearne di nuove e riprogrammare il trasferimento delle competenze in base alle trasformazioni in corso. 

Non tutte le colpe, però, devono essere imputate alla pandemia. «Anche prima del Covid a scuola c’era una grande sofferenza, sia nei ragazzi, che negli insegnanti: il titolo, allora, ha volutamente riguardato il respiro, perché il respiro ci dà la misura del nostro benessere o del nostro malessere». A scuola non si respira più può essere così utilizzato come metro di paragone tra sistema scolastico pre e post Covid, fungendo da specchio delle mancanze che occorre sanare. 

Una lettura che, forse, permetterà a molti di cogliere nella pandemia l’occasione giusta per cambiare qualcosa. «Il libro è rivolto innanzitutto ai docenti, perché possano mettersi insieme e cercare di creare un lavoro d’équipe che attualmente manca» ha dichiarato infatti Margherita Politi. «Ma devo ammettere però che il saggio è soprattutto rivolto ai politici, a coloro che hanno davvero il potere di cambiare le cose. Troppo spesso gli insegnanti sono schiacciati da una burocrazia imperante, che non permette più loro di educare».

 Valentina Baraldi

Guarda l’intervista a Margherita Politi nella quarta puntata di Classic Drive Art