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Fabio Magnasciutti, Vignettista

Fabio Magnasciutti: parole, immagini e fantasia dietro il mestiere del vignettista

L’illustratore si racconta a Classic Drive Art

Classe 1966, romano, Fabio Magnasciutti è un illustratore e un vignettista di professione. I suoi disegni sono stati scelti per far parte di svariati progetti editoriali, venendo spesso contesi da editori del calibro di: Giunti, Curci, Lapis, Barta e molti altri. La sua fantasia e la sua versatilità, però, non potevano rimanere legate ad un unico media; infatti le sue strisce a fumetti gli hanno valso collaborazioni illustri anche con la stampa periodica (La Repubblica, l’Unità, Il Fatto Quotidiano, Left per cui realizza tuttora copertine e vignette) e con importanti trasmissioni televisive, del calibro di Che tempo che fa. Insignito del titolo di “Miglior vignettista” dal Museo della Satira di Forte dei Marmi nel 2015, Magnasciutti ha ottenuto in seguito persino una cattedra presso l’Accademia dell’Illustrazione di Roma, che ha ricoperto fino al 2005. Oggi insegna illustrazione editoriale presso lo IED di Roma e presso la scuola di illustrazione Officina B5, da lui fondata proprio nel 2005.

Fabio Magnasciutti a lavoro

Una vita interessante, senza dubbio, animata da forti passioni e dall’amore sconfinato per l’arte che l’artista ha deciso di raccontare ai microfoni di Classic Drive Art, comparendo come ospite della prima puntata della seconda edizione.

«Ho sempre disegnato ed ho sempre sperato che potesse diventare un mestiere, cosa che effettivamente è : vivo di questo ormai da oltre trent’anni» racconta il vignettista.

Vignetta di Fabio Magnasciutti

Nelle sue vignette non ci sono solo immagini e figure, ma anche la parola – con giochi di significato e doppi sensi esilaranti – diventa la protagonista. Magnasciutti riconduce il merito di questa mescolanza di parole-immagini ad alcune «letture chiave» fatte da bambino che lo hanno ispirato e incoraggiato. Rodari, Calvino sono stati i suoi mentori, i pilastri della sua sensibilità verbale che lo hanno portato a riflettere sul rapporto tra significato e significante.

Vignetta di Fabio Magnasciutti

Un’arte, quindi, che nasce dalla parola, prima che dall’immagine.

«Solo in seguito, nel tempo, sono riuscito in qualche modo a mettere insieme le immagini: le vignette che girano ultimamente sono frutto di un’unione, appunto, tra queste due passioni. Iniziando da L’Unità, che è il quotidiano che ha ospitato per primo le mie vignette, ho poi continuato e adesso ciò che faccio è come una specie di stupefacente che dà assuefazione».

Da passione infantile a professione, quindi, fino a vera e propria droga dalla quale non può più prescindere. Ma da dove trae Fabio Magnasciutti le sue idee?

«A volte nascono da un’immagine, altre volte dal testo, non c’è una regola» precisa Magnasciutti. «Le fonti di ispirazione sono ovunque».

Vignetta di Fabio Magnasciutti

A meno che non riceva una commissione esterna, l’artista crea dunque liberamente, seguendo il suo estro e la sua curiosità, aggiungendo però sempre un pizzico di romanticismo e acuta ironia. Ogni vignetta è diversa dall’altra, anche se ci sono delle costanti ricorrenti: una di queste è, per esempio, il siparietto analista-paziente. Appartiene a questa serie anche la vignetta con il simbolo dell’infinito, molto apprezzata dai fan dell’illustratore.

«È una di quelle vignette che è nata puramente per caso, adesso non ricordo neanche bene come, ma mi sembra che in qualche modo stessi leggendo qualcosa riguardo al Nastro di Möbius o qualcosa del genere. Fatto sta che comunque mi è venuta spontanea l’associazione con il numero otto che, ovviamente, visto in verticale è un otto, ma visto in orizzontale invece è il segno dell’infinito».

Vignetta di Fabio Magnasciutti

Un’altra vignetta illuminante è quella del derviscio.

«Anche questa è nata per puro caso: stavo semplicemente vedendo una persona che si affannava dietro al proprio cane, portandolo in giro, quindi l’idea e la parola “giro” mi hanno evocato un derviscio e ho immaginato il povero cane che va a fare un giro con il suo padrone e che, in realtà, non ne fa uno, ma bensì molti di più».

C’è del genio, dunque, dietro a queste vignette: immagini in apparenza così semplici, eppure evocative: prodotto di una fantasia che – proprio come il moto perpetuo del derviscio – è inarrestabile.

 

Valentina Baraldi 

1ª Puntata

A guidarci in un viaggio multisensoriale fatto di arte, libri, vini&food e motori, saranno: 𝐋𝐢𝐯𝐢𝐚 𝐁𝐞𝐥𝐚𝐫𝐝𝐞𝐥𝐥𝐢, wine manager 𝘿𝙤𝙢𝙞𝙣𝙜𝙖 𝘾𝙤𝙩𝙖𝙧𝙚𝙡𝙡𝙖, direttrice comm. e mkt 𝑨𝒍𝒆𝒔𝒔𝒂𝒏𝒅𝒓𝒐 𝑪𝒓𝒐𝒈𝒏𝒂𝒍𝒆, head sommelier 𝐆𝐢𝐮𝐬𝐞𝐩𝐩𝐞 𝐃𝐢 𝐈𝐨𝐫𝐢𝐨, chef Aroma 𝐌𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐑𝐨𝐬𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐃’𝐔𝐠𝐠𝐞𝐧𝐭𝐨, saggista 𝑭𝒂𝒃𝒊𝒐 𝑴𝒂𝒈𝒏𝒂𝒔𝒄𝒊𝒖𝒕𝒕𝒊, vignettista Tappa finale sarà il Museo dell’Automobile di Torino sotto la guida della direttrice 𝙈𝙖𝙧𝙞𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙈𝙚𝙣𝙜𝙤𝙯𝙯𝙞. Buona visione!