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Omo sanza lettere: la vita segreta di Leonardo

Omo sanza lettere: la vita segreta di Leonardo


Maria Rosaria D’Uggento presenta il suo saggio a Classic Drive Art

Chiunque abbia studiato la letteratura conosce bene la sensazione di familiarità che si acquisisce dopo aver approfondito uno dei grandi autori della tradizione. Dopo averne assimilato ogni concetto, dopo aver letto ogni suo scritto, si ha quasi l’impressione di conoscerlo. Eppure, non possiamo che rassegnarci all’idea che non potremo mai sapere davvero chi fosse. Terminiamo lo studio, e lui sale nell’Olimpo dei poeti e degli scrittori che conserviamo nella nostra memoria, una galleria immaginaria di figure se non astratte, perlomeno intangibili. 

Leonardo Da Vinci è senza dubbio uno di loro. L’«omo senza lettere» che scriveva da destra a sinistra ed eccelleva in ogni settore dello scibile: non c’è “galleria dei sommi” nella quale non compaia. Eppure, sappiamo chi fosse davvero, nella vita di tutti i giorni?

È la domanda alla quale tenta di rispondere Maria Rosaria D’Uggento nel suo saggio, «Omo sanza lettere». Leonardo. Pensieri. Frammenti, uscito nel 2019 per Edizioni del Faro. Ne parla nella puntata d’apertura della seconda edizione di Classic Drive Art, dove veste i panni di ospite rappresentante del mondo letterario. 

«Accostarsi al “Genio universale” richiede una buona dose di coraggio e ancor più di incoscienza», ha dichiarato l’autrice. Ed è indubbio che tuffarsi nel mare magnum degli appunti, degli schizzi e delle infinite annotazioni di Leonardo richieda una buona dose di audacia. «L’ho fatto con intenzione divulgativa affinché il patrimonio conoscitivo, valoriale, estetico, tecnico-scientifico che questo grande ci ha lasciato non finisca per essere patrimonio solo di un pubblico “ristretto”. Perché, in realtà, Leonardo intende rivolgersi a tutti». E tutti, dunque, dovrebbero avere modo di sfrondare l’intangibile figura che la Storia, con il suo corso, ha dipinto sopra la sua umanità. La sua materialità, la sua realtà. 

Il che significa approfondire e svelare tratti meno noti del suo pensiero, della sua epistemologia e della sua scienza, ma ancora di più riportare alla luce la sua quotidianità, i suoi rapporti personali, come si vestiva (la moda dell’epoca è uno dei temi più trattati all’interno del volume). In breve: quella parte di vita ancora sconosciuta e avvolta dal mistero. 

Il caso più eclatante è quello di Caterina, la madre di Leonardo. Molti sostengono che fosse proprio lei l’ispiratrice dell’enigmatico sorriso della Gioconda, ma chi era davvero Caterina? 

Quella che Maria Rosaria D’Uggento racconta a Classic Drive Art è la storia di una sedicenne orfana, sedotta  e abbandonata dall’affascinante notaio Piero da Vinci, già promesso ad un’altra fanciulla di più agiate origini. Di lei non si sa più nulla fino al 1493, quando una fonte la colloca in casa del figlio, Leonardo, dopo essersi trasferita in seguito alla morte di marito che nel frattempo le era stato imposto. Morirà di malaria solo poco tempo dopo, e sarà proprio Leonardo a onorarla con un ricco funerale. Il saggio della D’Uggento ripercorre questa storia poco conosciuta con fedele minuzia documentaria, fino ad arrivare alla svolta. «Ultimamente, siccome Leonardo non smette mai di stupire, c’è stata un’interpretazione molto affascinante del Capasso, il quale ha scoperto nientemeno che delle impronte, delle ditate, sia su fogli dei Codici leonardeschi, sia su alcuni dipinti di Leonardo» svela Maria Rosaria D’Uggento alla telecamera di Classic Drive Art. Grazie all’ausilio di avanzatissimi strumenti dattiloscopici, si è stati in grado di evidenziare come tali impronte, soprattutto quella del polpastrello dell’indice della mano sinistra, avessero una conformazione tipica delle popolazioni mediorientali. E di potevano essere se non dell’unica altra inquilina di casa Da Vinci? «Quindi qual è la tesi? La tesi è che Caterina fosse una schiava mediorientale, quindi araba. Le schiave, in questo periodo, venivano importate da Istanbul ed andavano a servire, come serve domestiche, a Firenze, ma anche in Italia o in Spagna. Leonardo era figlio di una araba», conclude la saggista. 

Eppure, le sorprese non sono ancora finite, e la trama si infittisce. Nel dibattito, riportato fedelmente nel volume della D’Uggento, si inserisce Angelo Parati, studioso stabilitosi da diversi anni ad Hong Kong: egli sostiene che «sì, Caterina era una schiava, però non una schiava mediorientale, ma una schiava cinese. Lo attesterebbero secondo lui i tratti somatici di Monna Lisa, nella quale sarebbe raffigurato il volto di Caterina, così come il paesaggio sullo sfondo, che sembra essere più confacente, anzi molto confacente, ad un paesaggio cinese, più che ad un paesaggio toscano». 

Araba, mediorientale o cinese che fosse, il saggio di Maria Rosaria D’Uggento dipinge la figura di Caterina con tratti di indubbio fascino e mal celato mistero. Non è forse questo che dovrebbe fare un saggio di storia? Presentare i fatti, le prove documentarie e le fonti, lasciando però spazio all’immaginazione e alla fantasia del lettore, così che provveda ad aggiornare in modi sempre diversi la sua personale “galleria dei sommi”.

Vuoi saperne di più? Scopri altri dettagli nascosti sulla vita di Leonardo da Vinci nel saggio di Maria Rosaria D’Uggento, disponibile in libreria, su Amazon o IBS, e segui la sua intervista nella prima puntata di Classic Drive Art!