Elisa La Manna: arte senza confini
Elisa La Manna: arte senza confini
La pittrice si racconta a Classic Drive Art

Per Elisa La Manna, l’arte non conosce limiti né regole. Che sia con semplice pittura acrilica o con materiali d’eccezione, dipingere per lei è una necessità. Quella di esprimere sé stessa e la propria sensibilità. Stavolta, però, ha scelto Classic Drive Art per raccontare la propria storia. Ospite della quarta puntata della seconda edizione del programma, Elisa La Manna ci espone la sua tecnica artistica.
«Mi piace anche sperimentare e mescolare varie tecniche insieme» ammette. «Ad esempio, in un dipinto ho usato il vino bianco insieme all’acrilico. Non dava poi tanto colore. Volevo che rimanesse su questa tonalità. Sullo sfondo ho usato prima l’acrilico e poi ho versato il vino sopra».
Il vino, però, non è il suo solo asso nella manica. Mostra con orgoglio molti dei suoi work in progress, ognuno dei quali sfrutta tecniche e materiali alternativi per creare suggestivi effetti visivi. La sua specialità è l’acrilico – «mi trovo meglio, asciuga più in fretta e non ha odore» – ma è abituata a non dare freno alla sua fantasia. Dal vino all’oro in foglia, dal caffè fino alla resina epossidica e al collage: per Elisa La Manna sono tutti strumenti per realizzare la sua visione del mondo. Visione che, quando non si canalizza in particolarissimi ritratti, si esplica in soggetti surreali, dal sapore onirico.
«Io ho sempre disegnato, già da piccolina, ho fatto tre anni l’artistico, poi ho cambiato genere per un po’ di anni e poi sono ritornata» riassume modestamente La Manna. I suoi traguardi, però, meriterebbero una narrazione ben più dettagliata. Una volta conseguito il diploma dell’Istituto d’arte Benedetto Alfieri, frequentato dal 2008 al 2011, infatti, Elisa La Manna si è allontana dal genere.
È solo nel 2020 che il suo estro sceglie nuovamente la pittura per esprimersi, inaugurando una carriera parallela su commissione. Nello stesso anno, ha partecipato alla seconda edizione del contest d’arte “Dantebus Bazart” e al “Luxemburg Art Prize 2020”. Quest’anno, invece, i suoi dipinti hanno trovato posto al concorso “Arte e Artisti” in onore di Rembrandt e alla “Galleria virtuale Margutta”, oltre che alle edizioni successive del Dantebus Bazart e del Luxemburg Art Prize.
Valentina Baraldi

È lei che racconta la storia di
«
Si tratta, infatti, di un vino che viene solitamente tagliato con altre varietà, che ne spezzano la purezza. Non è il caso dell’Alberico del 2016, un’annata particolarmente calda, frutto di una lunga fermentazione in barrique di rovere e, infine, di 18 mesi in bottiglia. Ce lo spiega
Come molti piatti della cucina di Cristina, infatti, anche questo celebra la tradizione riscrivendone le regole. «
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