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Massimo Cervelli: «per me l’automobile è un grande amore»

Massimo Cervelli: «per me l’automobile è un grande amore»

Il fondatore e proprietario di mlc Italia a Classic Drive Art

MassimoCervelli

L’ultimo ospite della seconda puntata di Classic Drive Art è Massimo Cervelli, cultore delle auto e proprietario di Mlc Italia

«Per me l’automobile è un grande amore» esordisce nella sua intervista. «È l’amore che provo per la libertà. Come sappiamo, l’auto è simbolo della ricerca di libertà per l’uomo, no? La sua ricerca di indipendenza e di velocità. L’automobile diventa simbolo della cultura del tempo in cui nasce». 

Nato a Torino, Massimo Cervelli ha collezionato esperienze di prima scelta nel settore automobilistico. La sua cultura in merito si è costruita nel tempo, esperienza dopo esperienza. In particolare, a formarlo è stato il periodo trascorso a lavorare per Maserati, sia da Modena che dall’estero. 

«Ho costruito una cultura automobilistica che guarda alla vita delle persone che, nel mondo automotive, hanno creato quei simboli che ancora oggi sono forti, grazie alla tenacia e al coraggio che questi, i loro creatori, hanno dimostrato». 

Mic ItaliaLa sua è una passione nata durante l’infanzia, poi sviluppata sul lavoro, e che si è infine trasformata a sua volta in una professione. Oggi, Massimo Cervelli è fondatore e proprietario di Mlc Italia, attività che porta avanti con orgoglio e che ha come motto “Guidare è un arte”. Passione, esperienza internazionale, motivazione: sono tre degli ingredienti del successo di Mlc Italia, che oggi si considera un punto di riferimento nel settore della compravendita di automobili di lusso o di interesse storico. Veicolando la filosofia del guidare come arte, Massimo Cervelli supporta quindi i collezionisti di tutto il mondo nell’acquisto di auto storiche o di pregio, accompagnando ciascun cliente in un percorso di ricerca personalizzato e sicuro. 

Mic Italia«Mi accorgo che ogni volta iniziamo insieme un viaggio ricco di ricordi, ricco di cultura» ha confidato a Classic Drive Art. «Ogni volta imparo qualcosa di nuovo e la cosa più importante è che mi accorgo che il valore degli oggetti che trattiamo e che cerchiamo è dato dalla verità, dall’autenticità delle persone che hanno contribuito alla loro nascita ma, soprattutto, alle emozioni che questi oggetti hanno suscitato nel tempo».

Il primo esempio. 

«Il primo riguarda un marchio nato all’inizio del ‘900 grazie a Matteo Ceirano e Guido Bigio, che proprio a Torino fondarono la fabbrica di automobili Itala. È un marchio che mi ha sempre emozionato: la macchina, il suo colore rosso e il suo nome riportato sulla griglia anteriore è segno di grande orgoglio. Si tratta di una macchina che vinse le gare più prestigiose dell’epoca». 

Secondo esempio. «Non posso che citare la Pininfarina fondata a Torino. Come sapete, Pininfarina ha creato i modelli più belli di sempre a partire dai marchi più prestigiosi come Ferrari e Maserati. Quello che vedete nella foto è il prototipo della Maserati A6, progetto Pininfarina, presentata nel ’47 nel primo dopoguerra al Salone di Ginevra. È un auto bellissima, le sue linee hanno suscitato la meraviglia di collezionisti di tutto il mondo. I più attenti avranno notato le tre feritoie, le tre prese d’aria sulla fiancata: elemento stilistico tuttora dei modelli Maserati. Sono legato a questo modello perché dà inizio alla storia della produzione stradale di Maserati che nasce nelle corse e, di conseguenza, poterla guidare su strada era solo un sogno». 

Quindi, qual è il senso del lavoro di Massimo Cervelli? Ridonare al settore automobilistico quel pregio artigianale che, con gli anni, si è perso. Con le produzioni massificate, le auto a noleggio, il leasing e tutte le comodità che ci portano a vedere l’automobile come mero mezzo di trasporto, essa è diventata parte dello sfondo, banale nella sua quotidianità. Sarebbe bello, invece, soffermarsi a riflettere sul capolavoro di meccanica sul quale saliamo ogni giorno. Ragionare sul fatto che qualcuno l’ha disegnato e l’ha prodotto, curando ogni dettaglio.

Guarda l’intervista a Massimo Cervelli nella seconda puntata di Classic Drive Art!

Valentina Baraldi 

Mariella Mengozzi presenta il Museo Nazionale dell’Automobile a Classic Drive Art

Mariella Mengozzi presenta il Museo Nazionale dell’Automobile a Classic Drive Art

Mariella Mengozzi

A Torino una vera e propria eccellenza italiana

museo dell'Automobile Torino

L’apertura del museo dell’Automobile Torino

L’ultima ospite della prima puntata di Classic Drive Art (seconda edizione) è Mariella Mengozzi, direttrice del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino. Spetta a lei il compito di richiamare l’attenzione verso uno dei principali poli d’interesse del programma: i motori, e la loro storia.

 

 

museo dell'Automobile Torino

Una delle sale del Museo

È un racconto lungo, non c’è dubbio, quello che ha per protagonista l’automobile. Ma il Museo dell’Automobile di Torino, uno degli istituti dedicati al tema più antichi al mondo, è un ottimo narratore. «L’idea della prima esposizione nacque addirittura nel 1932, da parte di Roberto Biscaretti di Ruffia e Cesare Goria Gatti, che erano stati tra i fondatori della FIAT», racconta la direttrice. «Era un momento in cui Torino era particolarmente in fermento, l’automobile stava cominciando veramente a coinvolgere tantissime persone e l’idea fu quella di creare un’esposizione per raccontare le vetture dalle origini, dalla fine dell’800. Erano vetture che ancora non erano oggetti di collezione, spesso venivano abbandonate dai proprietari per essere sostituite con nuove tecnologie, erano ancora molto poche». 

Da allora, l’automobile ha percorso molta strada, materialmente e metaforicamente. Oggi, oltre ad essere un bene di prima necessità, è un vero e proprio idolo. Il Museo dell’Automobile di Torino è testimone e collettore di questa crescita, fin da quando le vetture d’epoca venivano salvate dallo sfasciacarrozze prima di essere esposte. Ogni passo di questo lungo viaggio è archiviato nel Centro di documentazione del Museo, cuore e cervello dell’istituzione torinese: libri, riviste, lettere (presenti, per esempio, gli scambi tra i proprietari e Vincenzo Lancia o Enzo Ferrari») che testimoniano l’evoluzione del rapporto uomo-automobile. 

museo dell'Automobile Torino

Un’esposizione nella “Sala Formula”

Mariella Mengozzi parla del Museo con trasporto, come se fosse una sua creatura. È seduta di fronte alla telecamera di Classic Drive Art, nella cosiddetta “Sala Formula”, «una delle sale più amate del nostro Museo», in cui è possibile visitare un’esposizione dedicata alle corse con le ruote scoperte. Alle sue spalle, un’ideale griglia di partenza: le vetture, posizionate con precisione, risalgono ai primi 12 anni di Formula 1. «Dal 1950, noi abbiamo le prime 10 vetture che hanno vinto il mondiale», sottolinea con orgoglio la direttrice. «Dall’Alfetta 158, che vinse con Farina il primo mondiale di Formula 1 nel 1950, alla 500 F2 di Ascari; abbiamo la Lancia D50, magnifica, abbiamo una straordinaria Mercedes W196, quella che vinse con Fangio il mondiale. Abbiamo delle perle veramente incredibili». 

Molte di essere sono stata donate dal signor Ferrari in persona: «Enzo Ferrari notoriamente non era interessato a sviluppare il Museo, ma era consapevole dell’importanza di raccontare la storia». Una storia che parte con l’apertura del Museo nel 1960, continua con la sua ristrutturazione nel 2011 e si completa dopo la recente riapertura, con un l’elaborazione di «un percorso molto scenografico, molto coinvolgente ed emozionante, una collezione straordinaria…». 

museo dell'Automobile Torino

L’ingresso del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino

Mariella Mengozzi quasi si emoziona a parlarne. Dopotutto, anche il Times conviene nel considerare il Museo dell’Automobile di Torino una vera chicca, includendolo tra i 50 musei al mondo che più vale la pena visitare. Ma in cosa consiste il percorso di visita delle sale? Ce lo spiega la direttrice: «Noi abbiamo una collezione di circa 200 vetture, di cui 150 nel percorso permanente. Esso è diviso su tre piani, di cui il piano iniziale è un percorso cronologico meraviglioso, con dei gioielli come la Itala Pechino-Parigi, la Isotta Fraschini del film “Viale del Tramonto”, la Cisitalia 202, la Fiat Turbina… delle cose meravigliose. Il piano intermedio, che è quello in cui mi trovo ora, è un piano tematico con la Formula, con l’assemblaggio, con i componenti… il piano terra, infine, è dedicato al design e alle mostre temporanee».

 «Ma aggiungiamo sempre mostre temporanee ed eventi», specifica però la Mengozzi. Non a caso, dato che  è ormai prossima l’inaugurazione di una mostra dedicata ai novant’anni più uno di Pininfarina, un’esposizione temporanea «di cui siamo orgogliosissimi». Che siate appassionati o neofiti del settore, il Museo dell’Automobile potrà regalarvi emozioni. E poi, come esclama Mariella Mengozzi al termine della sua intervista, «ci sono sempre cose nuove, ci sono sempre cose nuove!». 

Vuoi saperne di più? Visita il Museo dell’Automobile di Torino o riguarda l’intervista a Mariella Mengozzi nella prima puntata di Classic Drive Art!

Valentina Baraldi